È tutto pronto per rendere speciale il pomeriggio di Sabato 25 gennaio, la data in cui Lorenzo Giovanchelli celebra il traguardo delle 400 partite nel rugby seniores.
In occasione della decima giornata del campionato di serie A, Cavalieri Union-UR Capitolina, la società renderà omaggio ad uno dei giocatori più iconici del rugby pratese, in attività dalla stagione 2004/5, quando con la maglia del Rugby Club I Cavalieri debuttò in prima squadra all’età di 18 anni. Da quel giorno è passato molto tempo, ma la voglia di calcare il campo e lottare in prima linea non è mai venuta meno.
Il curriculum sportivo di Lorenzo è di quelli prestigiosi, dopo l’attività giovanile trascorsa al Gispi, ha giocato come tallonatore con i Cavalieri, gli Espoirs dello Stade Francais, il Petrarca Padova, ancora i Cavalieri in massima serie, il San Donà, il Calvisano, i Medicei e adesso la nuova avventura con la maglia numero 2 dei Cavalieri Union Prato Sesto saldamente sulle spalle.
Sono vent’anni di rugby vissuto al massimo livello, arricchito dal colore azzurro delle nazionali italiane giovanili, U20 e A e dalle sfide nei migliori palcoscenici europei in qualità di permit player delle Zebre.
Un bagaglio d’esperienza prezioso, che il “Giova” (soprannominato Bozzi da uno strettissimo gruppo di amici) ha scelto di condividere insieme ai promettenti ragazzi del territorio, molto probabilmente non ancora nati quando Lorenzo era già intento a ruggire in mischia.
Un punto di riferimento per il gruppo, un leader in campo e fuori, il “Giova” è riuscito a imporsi con l’esempio, aggiungendo valore ad un percorso sportivo costruito giorno dopo giorno e sempre improntato all'impegno e al sacrificio.
Da quando ha messo piede al "Chersoni" per la prima volta, ha dimostrato una dedizione senza pari per i colori della sua città, superando ostacoli e sfide dettati da una carriera importante, sempre con l’obiettivo di contribuire al successo della squadra, ben più importante di quello individuale.
Il 19 luglio compirà 39 anni e la sua famiglia dovrà rassegnarsi: di appendere gli scarpini al chiodo in casa Giovanchelli non se ne parla nemmeno.