Lunardi: "cerchiamo di ridare valore al nostro tempo"

La situazione irreale causata dal virus Covid19 ci consente di approfondire con un po' più di calma i profili dei nostri ragazzi.

Il tempo è diventato una risorsa di cui non avevamo più ricordo. Come sta affrontando il periodo di quarantena oggi ce lo racconta il capitano della Prima Squadra, Alessandro Lunardi.

Alessandro, sei anche tu come tutti noi chiuso in casa. Una quarantena obbligatoria che coincide con la responsabilità dell'esempio, anch'essa obbligatoria. Come trascorri le tue lunghe giornate?

Cerco di programmare la routine fra le normali attività da fare in casa, l'allenamento individuale e il tempo libero in cui mi svago un po'. Penso che la quotidianità non differisca poi molto da quella che svolgono i miei compagni di squadra. I ragazzi sono tutti molto rispettosi delle ordinanze, ci sentiamo praticamente ogni giorno e anche se non è possibile condividere il clima dello spogliatoio cerchiamo comunque di sopperire con la cosidetta solidarietà digitale.

Il contraccolpo economico sulla società civile sarà fortissimo. Di conseguenza anche lo sport sentirà il peso della razionalizzazione di introiti. Pensi che il nostro rugby, quello amatariole o al massimo semiprofessionistico, diventerà un rugby più sostenibile?

Intanto penso che la decisione di chiudere l'attività sia stata la scelta giusta. Probabilmente assisteremo ad un blocco totale anche da parte della FIR che concluderà la stagione anzitempo. Lo sport adesso deve fermarsi su larga scala sia per rispettare chi vive il dramma del virus, sia per prevenire i pericoli e dare l'esempio. Detto questo, la domanda su quale scenario ci troveremo dopo il coronavirus ce la facciamo in tanti. Dovremo ricostruire il mosaico delle nostre abitudini, dei nostri rapporti sociali e poi ci troveremo ad affrontare delle nuove priorità. In questo senso il nostro rugby è già sostenibile, i ragazzi del club sono tutti o quasi tutti provenienti dal territorio e se giocano con i Cavalieri Union è soprattutto perchè sposano un'idea di gruppo e di crescita umana. Non credo che un eventuale ritocco del budget farebbe cambiare i nostri obiettivi. Il rugby dell'area Prato Sesto è una certezza per il territorio che non sarà certo scalfita dal coronavirus.

Passiamo ad argomenti più leggeri. Ci sono film, libri o contenuti che stai seguendo? 

Mi piacciono da sempre i film thriller, così come apprezzo i videogiochi e le serie TV. Adesso sto guardando la serie di Netflix Santa Clarita Diet, un mix fra comicità e horror. In generale sto riscoprendo il piacere di trascorrere il tempo ad un ritmo diverso. A condizioni normali la mia vita è piuttosto frenetica. Dalla mattina alla sera mi trovo in un loop di lavoro e sport che non mi consente grandi distrazioni, in pratica vivo con la borsa da allenamento fissa in macchina. Adesso invece ho la possibilità di dare la giusta importanza ai piccoli piaceri della quotidianità e quindi anche alla fruizione di contenuti cinematografici o editoriali.

Allora ti chiediemo quale è la partita di rugby che riguarderesti all'infinito e che consiglieresti di rivedere a qualsiasi rugbysta?

La mia partita di rugby preferita sarà sempre una: Inghilterra vs Australia del 2003. La finale di Coppa del Mondo finita ai supplementari. All'epoca ero poco più di un bambino e in sostanza mi nutrivo di rugby. Ogni occasione era buona per seguire una partita e in quel momento mi trovai ad assistere ad un match epocale. Dico ai ragazzi dei Cavalieri Union di cercare questa sfida, rivederla e riviverne le emozioni come se il tempo non fosse mai passato.

Ufficio Stampa Cavalieri Union Rugby Prato Sesto